IL FENOMENO AUTO E ANALISI SULLA SUA SPROPOSITATA DIFFUSIONE

L’automobile è stata inventata per agevolare gli spostamenti e per garantire il diritto di mobilità di ognuno di noi. Oggi essa rappresenta il principale ostacolo alla mobilità, sia in città che fuori porta. Questa singolare contraddizione potrebbe far nascere il sospetto che l’auto non abbia futuro. La verità è che, come per ogni altro ambito dell’attività umana, questo scenario estremo ipotizzato non è quello reale né tanto meno auspicato.
L’esperienza ci insegna che ogni invenzione o innovazione non è un male. E’ l’errato e sproporzionato uso che se ne fà che può determinarne un danno.
L’abuso dell’auto è come l’uso sbagliato del denaro. Infatti, la diffusione di quest’ultimo come elemento di scambio per accedere ad un generico bene al posto del baratto non è stata un male. Ciò che, molto spesso, ha determino problemi e piaghe sociali è stato l’uso distorto e spropositato del denaro.
La verità è che per la soluzione di ogni problema bisogna trovare una via di mezzo.
Come abbiamo già detto l’automobile è stata creata per agevolare ed accelerare gli spostamenti.
È stata un’invenzione che ha rivoluzionato il mondo intero e ora, in qualsiasi parte del pianeta, è possibile trovare automobili che circolano dentro e fuori le città.
Da autorevoli indagini, in media, ogni individuo possiede un’auto ed ognuno la usa costantemente ogni giorno.
E’ una comodità dalla quale una persona difficilmente si separerebbe.
Purtroppo l’auto, oggi, viene utilizzata anche per piccoli spostamenti, come ad esempio per andare a comprare il latte o il pane sottocasa.
Queste abitudini errate hanno causato seri problemi nei centri urbani. Si è pertanto determinato il fenomeno traffico come ostacolo alla mobilità nel senso che in alcune ore della giornata è impossibile andare in giro in città con l’auto, come per esempio nelle ore di punta a causa dell’ingresso e dell’uscita dalla scuola o dal lavoro.
Paradossalmente, nelle più grosse metropoli, risultano iscritti al Pubblico Registro Automobilistico una quantità di autovetture, in alcuni casi, pari al numero dei suoi residenti, il che significa che tutti i cittadini di queste grosse città, compresi bambini e lattanti, sono motorizzati.
Questo dato è sicuramente un “assurdo”.
Perciò non è un caso che oggi si parli più che mai di inquinamento dovuto a congestione veicolare nonchè di elevato tasso di incidentalità dovuta all’eccessivo e crescente uso dell’auto privata nei centri urbani.
Se poi prendiamo in considerazione altri due dati, come l’arrivo giornaliero nelle città, gran parte su mezzi propri, di migliaia di pendolari dall’hinterland e la velocità commerciale del Trasporto Pubblico Locale, specialmente nel sud-Italia, prossima ai 12 km/h, (paradossalmente quella dei pedoni è calcolata circa 6 km/h, quindi molto vicina a quella dei mezzi pubblici in congestione) si ha un quadro esatto di una situazione giunta ormai al limite del collasso.
Eppure le politiche di governo, fino ad oggi, sembrano non essersi rese conto di questa grave piaga in quanto il problema della mobilità è stato sostanzialmente affrontato dal punto di vista degli automobilisti.
In pratica si è operato con una continua serie di interventi basati sulla costruzione di strade, passi, sottopassi, raccordi, collegamenti viari e tangenziali.
Il tutto nel vano e contraddittorio tentativo di snellire la circolazione e di risolvere il problema di un traffico sempre più soffocante (perchè attirato dalla possibilità di trovare, ovunque, zone di sosta) attraverso il trasporto privato, piuttosto che con lo sviluppo di quello pubblico.
Tutto ciò in tal modo ha determinato lo stato drammatico in cui versa la mobilità delle città con grave danno degli utenti dei mezzi collettivi e anche di coloro (gli automobilisti) che ne avrebbero dovuto trarre i vantaggi.
In un suo saggio (Vita e morte dell’automobile ediz. Bollati Boringhieri) Guido Viale sostiene: “L’auto privata è il mezzo più stupido che ci sia: promette la libertà e ti imprigiona nel traffico”.
Da una logica analisi è proprio così.
Pertanto, l’aver esordito nel presente paragrafo con l’affermazione “l’Auto è stata inventata per agevolare gli spostamenti e rappresenta oggi il principale ostacolo alla mobilità sia in città che fuori porta” rappresenta, oltre ogni ragionevole dubbio, una grande verità.
In effetti l’auto, negli ultimi 30 anni, si è appropriata sempre più di territorio, sottraendo spazi sia al verde pubblico che agli altri mezzi di locomozione.
Eppure, nonostante l’evidenza dei fatti, l’automobile continua ad affermarsi e a vincere.
Le case automobilistiche cercano di risanare i propri bilanci lanciando sul mercato nuovi modelli. L’automobilista continua ancora a farsi influenzare dagli input di acquisto di auto senza valutare gli effetti negativi non solo sull’ambiente ma anche sulle proprie tasche, anzi, molto spesso, l’acquisto di un’auto viene quasi esaltato come un importatane obiettivo raggiunto. Rappresenta quasi un sollievo per aver raggiunto un traguardo.
Infatti, molto spesso, per l’automobilista non è tanto importante sapere quali siano stati gli sforzi economici sostenuti per l’acquisto, quale sia il lasso di tempo necessario per pagare l’intera somma, quanti interessi verranno pagati per ottenere il finanziamento necessario.
No. Tutto ciò quasi non conta!
E’ importante solamente la soddisfazione e il compiacimento per l’acquisto.
Ciò che è certo è che le indagini effettuate sulla mobilità, la nascita di un grande numero di comitati anti-auto, lo spazio che stampa e televisione dedicano al tema della congestione veicolare, indicano con chiarezza che nelle grosse città si è affermata l’esigenza di ricercare modalità di trasporto diverse dall’auto personale.
CAUSA PRINCIPALE DEL TRAFFICO VEICOLARE
Il principale fattore che ha decretato la supremazia, quasi indiscussa, dell’auto privata è stato fondamentalmente l’assenza assoluta di integrazione tra lo sviluppo urbanistico delle città e una mobilità sostenibile (trasporto pubblico, mobilità ciclabile, mobilità pedonale).
UN EFFETTO NEGATIVO DEL TRAFFICO: LA CONGESTIONE VEICOLARE
Uno dei principali fattori che determina il traffico veicolare è legato all’utilizzo dell’auto anche per brevissimi tragitti.
Si spiega così l’assurdo fenomeno della congestione veicolare che affligge quotidianamente le nostre città.
Infatti da precise indagini è stato riscontrato che il 30% dei tragitti urbani, effettuati in automobile, copre distanze inferiori ai 3 km”.
Autorevoli studi hanno messo altresì in evidenza che la stessa distanza può essere tranquillamente coperta dalla bici con evidenti riduzioni di congestione veicolare.
Non si comprende quindi come mai questo “illogico” modo di concepire la mobilità non accenni ancora a diminuire.
MOTIVI PER NON UTILIZZARE L’AUTO PRIVATA
Oltre ai tradizionali motivi legati all’impossibilità di circolare nei centri urbani in conseguenza della congestione veicolare e alle ripercussioni negative sull’ambiente e sulla qualità della vita, ci sono altri importantissimi motivi che devono indurre il cittadino a non utilizzare o quanto meno a limitare l’uso dell’auto.
I motivi sono essenzialmente i seguenti:
- motivi di natura economica;
- motivi di natura sanitaria ed effetti negativi sulla salute;
Motivi economici:
Un sistema economicamente malato.
La benzina, in questi ultimi periodi, ha toccato picchi vertiginosi. Infatti è arrivata a costare fino a €1,50 per litro. Da dettagliate indagini condotte infatti la spesa della benzina è una voce ingentissima nel badget di ogni famiglia.
Infatti gli italiani spendono in media circa € 1900 l’anno di sola benzina e se a questa sommiamo i costi di gestione-manutenzione-assicurazione e ammortamento, la spesa complessiva annua di un’auto di media cilindrata si aggira a circa 4.000 € - 4.400 €.
Se consideriamo che lo stipendio medio mensile di un italiano medio è di circa € 1.200 ci accorgiamo subito come possedere un auto ci consente di mandare in fumo quasi 4 dei nostri stipendi che, diversamente, potrebbero essere utilizzati per cose molto più interessanti come per esempio viaggiare. Non è cosa da poco!!
Un semplicissimo calcolatore, accessibile dal link appresso riportato, consente all’utente di effettuare una stima personalizzata sulle spese che sostiene ogni anno per mantenere una auto:
http://autocosts.info/IT
Motivi sanitari ed effetti negativi sulla salute:
Un dato fra tutti! In Italia sono stati stimati circa 39.436 morti l’anno a causa delle polveri sottili, e circa 5.019 morti a causa dell’ozono. L’italia occupa il 2° posto in Europa dopo la Germania per la mortalità causata dalle polveri
L’inattività fisica è il 2° principale fattore di rischio nei paesi avanzati dopo il tabagismo. Essa aumenta la mortalità totale, raddoppia il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di obesità, accresce in maniera significativa il rischio di ipertensione, di cancro al colon, di osteoporosi, di ansia e di depressione.
Una delle cause di obesità è sicuramente l’eccessivo sviluppo della mobilità automobilistica e motociclistica a discapito della mobilità ciclabile e pedonale.
FORSE C’È UNA INVERSIONE DI TENDENZA
A causa del rincaro dei prezzi della benzina nonché della crisi economica globale, sembrerebbe che negli ultimi periodi l’uso degli automezzi privati ha subito un calo, tanto che le immatricolazioni di nuove auto sono diminuite benché si registri un incremento nel mercato delle auto usate.
Inoltre, nell’ultimo anno, le vendite complessive di carburanti hanno segnato un calo di circa il 5% rispetto agli anni precedenti che corrisponde a circa 90 mila tonnellate di benzina in meno vendute.
Oltre a questi motivi di carattere economico forse la società comincia ad avere anche maggiore consapevolezza della tutela ambientale e sta cercando di imboccare l’unica giusta direzione: una “mobilità più sostenibile”.