Il sindaco di Catania Enzo Bianco ha presieduto nel Palazzo degli elefanti una riunione sull'eccezionale pioggia di ieri - in nove ore sono caduti sulla città 225 millimetri di pioggia, quanta ne cade in quattro mesi - che ha provocato gravi disagi ai Catanesi e danni in città e soprattutto nei Comuni vicini. La situazione a Catania è stata fronteggiata grazie all'intervento di centinaia di persone, dipendenti comunali e delle Partecipate, volontari della Protezione civile e naturalmente le Forze dell'Ordine e i Vigili del Fuoco, che, ha sottolineato Bianco, ringraziandoli, "hanno lavorato senza sosta alleviando i problemi di chi si trovava in difficoltà".
"E ci sono stati anche - ha aggiunto il Sindaco - cittadini e cittadine encomiabili che, a Catania come in tutta la zona dell'Etna, di fronte alle difficoltà si sono rimboccati le maniche e hanno dato una mano".
Nel corso della riunione è stato evidenziato come l'emergenza non fosse stata indicata in maniera adeguata al Comune, che aveva ricevuto una segnalazione gialla di attenzione per il rischio idraulico (piogge) e una arancione di preallarme per il rischio idrogeologico (frane e smottamenti).
Proprio il giorno prima della bomba d'acqua Bianco aveva sollevato a livello nazionale il problema degli allerta meteo parlandone a Roma in Conferenza unificata, come presidente del Consiglio nazionale dell'Anci.
"Si parlò - ha ricordato Bianco - della necessità di prendere atto del mutamento climatico e delle conseguenze della cementificazione selvaggia, ma soprattutto di quanto fosse indispensabile migliorare il sistema dell'allerta e delle previsioni, differente da regione a regione, per dar vita a un codice di comportamento comune in grado di aiutare i Sindaci a garantire la sicurezza dei propri cittadini. È fondamentale, infatti, creare una regola univoca a livello nazionale che stabilisca in maniera chiara e precisa le procedure da seguire in base al colore dell'allerta meteo. Parliamo per esempio della decisione di chiudere le scuole o gli uffici o dei termini di convocazione dei volontari della Protezione Civile. Ciò consentirebbe ai Sindaci di intervenire più velocemente e in maniera ancora più efficace".
Bianco ha rilevato la necessità di migliorare anche a livello locale "un sistema rivelatosi largamente imperfetto" che ha portato, dall'inizio dell'anno, alla diffusione a Catania di 69 allerta con indicazioni a volte contrastanti. E, pur non essendo la meteorologia una scienza esatta, è necessario "creare dei modelli dettagliati che rispondano alle esigenze dei territori".
"Per tutto questo - ha detto il Sindaco - ho chiesto un incontro qui a Catania con la Protezione civile regionale e i sindaci della cintura metropolitana per confrontarci ed evitare che si ripetano episodi come quelli di ieri".
Bianco ha poi sottolineato come i rilevanti danni e i disagi subiti da Catania avrebbero potuto essere considerevolmente inferiori se fosse stato in funzione il Canale di gronda e come occorra agire con la massima rapidità per completarlo.
"Dopo quindici anni - ha detto - ho dovuto faticare molto per far ripartire quest'opera di fondamentale importanza per la città che avevo avviato nella mia precedente sindacatura. Adesso ci sono i finanziamenti e può partire l'appalto che riguarda non soltanto Catania ma anche alcuni Comuni della fascia pedemontana. Ho inserito quest'opera e altre come la sistemazione del Forcile, il torrente che causa il periodico allagamento del Villaggio Santa Maria Goretti, nel Patto per Catania, discusso a Palazzo Chigi pochi giorni fa. Ma ho deciso anche di inviare al premier Renzi una lettera aperta perché tutte queste infrastrutture legate al rischio idrogeologico partano immediatamente, se necessario anche con un commissario ad acta".
Nel corso della riunione sono stati valutati anche alcuni aspetti tecnici riguardanti la possibilità di coinvolgere dipendenti e volontari a seconda del livello di allerta.