Grazie a un ‘intesa Comune-Provincia si avvia a soluzione il problema del randagismo a Catania. L’amministrazione Stancanelli ha infatti posto la massima attenzione nell’ affrontare, con alti livelli di efficacia amministrativa, una profonda modifica del sistema operativo e gestionale che finora ha registrato, per il Comune, l’impossibilità di ricoverare con urgenza circa 700 randagi e il mantenimento in vita di 480 animali che si trovano presso strutture private.
Nel far fronte al problema si è cercato anche di realizzare una sostanziale riduzione della spesa programmata nel triennio di riferimento e in particolare di quella relativa al servizio obbligatorio in materia di ricovero di animali randagi prevista dalla legge regionale n. 15/2000 anche con l’eliminazione dei debiti fuori bilancio. L’assessore all’ Ambiente Domenico Mignemi ha in questi mesi affrontato, contenziosi nati proprio dall’impossibilità di far fronte ai costi programmati.
Tante le iniziative fin qui avviate: con la Protezione Civile per l’emergenza randagismo, sono stati chiesti fondi al Ministero degli Interni per i ricoveri sanitari, è in corso un progetto di sterilizzazione finanziato dall’Assessorato regionale alla Sanità con la collaborazione di due associazioni di volontariato, un’ordinanza sindacale ha disposto un’area di accoglienza per randagi. Naturalmente la sinergia dei vari enti del territorio non poteva che essere la chiave vincente.
La Provincia Regionale di Catania ha proposto una schema di convenzione che formalizza l’istituzione e la gestione in forma associata del fenomeno del randagismo in tutta la Provincia di Catania. La convenzione attribuirà al Comune alcune competenze come la vigilanza e il controllo sugli adempimenti della legge regionale 15/2000, l’individuazione di aree da destinare all’attività motoria dei cani d’affezione, bonifiche e disinfestazioni con la consulenza del servizio veterinario della usl, l’obbligo, sancito da un’ordinanza, all’iscrizione all’anagrafe canina per i cani di proprietà presso il servizio veterinario della usl.
La Provincia, dal canto suo, assicurerà raccordo e coordinamento delle attività previste dalla legge regionale, risanamento o costruzione e gestione di rifugi per il ricovero dei cani, attività ed iniziative di formazione, di educazione al rispetto degli animali e alla salvaguardia del territorio, stipula di assicurazione per gli eventuali danni a terzi dai cani vaganti e senza proprietario.
Infine alcune attività vengono delegate dal Comune alla Provincia, tra queste la gestione dei canili, l’attuazione dei piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione, cattura dei randagi e prelievo dei cani incidentati, custodia dei cani catturati, pronto soccorso per i cani traumatizzati, mantenimento dei cani confiscati a seguito i provvedimenti amministrativi.
Alcune di queste attività sono svolte con la collaborazione di società di volontariato protezionistico e animalistico iscritte all’albo regionale, dei servizi veterinari della Usl.
Dalla Giunta comunale lo schema, ora, passa al vaglio del Consiglio comunale.
FP