Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli alla presenza di una foltissima rappresentanza di organizzazioni del mondo sociale, sindacale, datoriali, delle professioni e delle istituzioni accademiche e amministrative cittadine, riuniti a palazzo della Cultura, ha aperto i lavori degli Stati Generali della città di Catania.
Un progetto organizzato per sessioni tematiche seminariali che ha avuto il suo prologo oggi con l’avvio degli approfondimenti legati ai progetti urbanistici e si sviluppo pianificato della città di Catania. Il confronto è stato curato dal giornalista televisivo Michele Cucuzza, che è anche membro del comitato di presidenza degli Stati Generali che in apertura dei lavori ha detto: “Un plauso va al sindaco e all’amministrazione comunale per aver avviato un’operazione trasparente nell’esclusivo interesse dello sviluppo della città”.
E’ toccato al sindaco Raffaele Stancanelli fare gli onori di casa e illustrare il progetto degli Stati Generali nel suo complesso: “Si avvia un lavoro serio e complesso, che prevede un confronto serrato con la città in tutte le sue articolazioni. Non interessano le tessere di partito: dobbiamo recuperare il rapporto con la comunità che produce e siamo qui per dare voce proprio a questi ambiti cittadini. Non vogliamo proposte già confezionate, bensi' temi sui quali riflettere. Non è possibile –ha aggiunto Stancanelli- pensare di capire i problemi senza mostrare capacità di ascolto. Vogliamo sentire i protagonisti della società civile: questa è la sfida che comincia oggi. Tutti i contributi saranno elaborati da un comitato di presidenza, con il supporto delle forze imprenditoriali, sindacali e produttive che statene certi produrranno contributi concreti nell’interesse della città”.
Luigi Arcidiacono, docente universitario e assessore all’Urbanistica è invece entrato direttamente nel merito delel questioni del seminario sullo sviluppo di Catania: “Catania è una città assediata, ma che ha tante potenzialità e speranze. Occorre trovare un metodo e una lucidità di strategia. Mancano di tempestività i processi politici decisionali. Il centro storico, il degrado delle periferie e le condizioni del traffico sono soltanto alcune “presenze” da attenuare. Deve pure essere razionalizzato il flusso abnorme di studenti nel centro storico.
Serve una maggiore politica del verde. Occorrono, infine, strumenti per fronteggiare adeguatamente il rischio sismico. Ognuno dovrebbe tentare di dare un contributo per elevare i livelli di qualità della vita. Solo dopo aver fatto questo l’assedio potrà cessare”. Il Prof. Paolo La Greca, direttore del Dipartimento di Architettura urbanistica ha spiegato per grandi linee gli scenari urbanistici del nuovo Prg a cui sta anch’egli lavorando: “Catania non è una città speciale, ma normale. Sono almeno tre i problemi da affrontare, in linea con quelli vissuti in altre realtà europee: il cambiamento climatico, il governo della mobilità urbana, la città dei ricchi e dei poveri.
Purtroppo non c’è ancora, a Catania, una città che discute: c’è solo un tentativo dell’amministrazione di indicare un percorso per il confronto. Sarebbe errato affidare ogni speranza al Prg, che non potrà risolvere da solo i problemi. Serve un dialogo più ampio anche tra le istituzioni del capoluogo e dell’hinterland”. Il Prof. Riccardo Dell’Osso, direttore del Laboratorio di progettazione per il paesaggio urbano ha invece accennato ai raporti tra il piano e lo sviluppo della città: “C’è bisogno di un nuovo rapporto tra piani e progetti nella città contemporanea. Tutte le trasformazioni, negli ultimi 30 anni, non sono state segnate dal Prg, ma da progetti urbani. A Barcellona è prevalsa, invece, una capacità di organizzazione dell’architettura su scala territoriale ridotta, oltre che una linea ferma di apertura al water-front.
A Milano si è invece scelta la strada del master-plan, ovvero del progetto d’area con più soluzioni. Altre innovazioni significative sono state apportate a Brindisi. A Catania occorre, anzitutto, definire tempi certi e brevi per l’attuazione dei progetti”.
Prof. Maurizio Caserta, ordinario di Economia all’Università e coordinatore del Comitato di Presidenza ha sotolinetao: “Lancio un appello al dialogo alle istituzioni formali e a quelli informali, che racchiudono il concetto di governance di un territorio. Ma c’è pure un valore morale negli Stati generali della città: nessuno può tirarsi indietro in forza di un pregiudizio. La città ha bisogno di processi virtuosi per uscire dall’attuale livello di marginalità e per superare la fase dell’emergenza. Servono interventi esterni, ma anche occasioni per sviluppare il senso dell’identità collettiva. Più accoglienza e maggiori servizi, con un’oculata distribuzione dei costi nel tempo e nello spazio, possono rilanciare le condizioni di efficienza e di qualità del nostro centro”.
Poi si è sviluppato un intenso dibattito in cui sono interventuti: Giuseppe Dato, preside della facoltà di Architettura: “Non sempre sono state compiute operazioni di risanamento del centro storico. S. Berillo è l’esempio di un tentativo di modernizzazione di una zona urbana, che può ancora esprimere condizioni di socialità”.
Avv. Gaetano Tafuri, commissario governativo della Circumetnea: “Il rapporto di partnership tra pubblico e privato non può essere riprodotto nel sistema dei trasporti. Deve esserci una nuova logica nella politica del fare, con assunzioni dirette di responsabilità da parte di chi amministra”.
Arch. Giuseppe Cantarella, presidente di FederArchitetti Sicilia: “Non ci sono testimonianze di cambiamento urbanistico negli ultimi venti anni. Spetta a noi professionisti fare un salto etico, dettando le linee guide del cambiamento del territorio e della città”.
Arch. Gesualdo Campo, dirigente regionale Beni culturali: “Il centro storico catanese presenta peculiarità uniche per il suo genere. Ma sarebbe superfluo parlare solo di riqualificazione. Il problema degli Archi della Marina deve essere affrontato eliminando il passaggio ferroviario. La città deve riappropriarsi del suo mare”.
Arch. Luigi Longhitano, presidente dell’Ordine provinciale degli architetti: “Non esiste una ricetta ideale degli interventi, ma un metodo da seguire per uno sviluppo reale. Alcuni strumenti, come il regolamento edilizio, devono essere aggiornati. Si dovrebbe promuovere, inoltre, l’architettura contemporanea nei centri storici”.
Ing. Carmelo Grasso, presidente dell’Ordine degli ingegneri: “Non è rinviabile un patto con la città, in cui crescono le aspettative. Ci sono emergenze non più trascurabili nel centro storico, che comprendono pure gli aspetti di sicurezza. Non si trascuri, inoltre, la necessità di dotare la città di un piano energetico”.
Arch. Giacomo Leone: “Sono in atto mutamenti in città che rischiano di compromettere qualsiasi programmazione. In tanti angoli di Catania, c’è una silenziosa distruzione di spazi un tempo vitali e importanti per la società degli scorsi decenni”.
Prof. Domenico Patanè: “Non siano trascurati i fattori di rischio vulcanologico, sismico e idrogeologico, che rendono Catania diversa da altre città europee”.
Infine ha concluso i lavori di questa prima giornata il sindaco Stancanelli che ha evidenziato il “successo di partecipazione di questa primissimi fase di avvio, dialogo e ascolto della città che per noi dell’Amministrazione è da considerare un metodo di governo. Ringrazio quanti hanno dato il oro contributo e quanti lo faranno ancora nelle prossime settimane sia per questo seminario, che ancora continuerà con incontri pubblici e informali, sia per gli altri appuntamenti. Catania -ha continuato il sindaco- appartiene a tutti e non possiamo fermarci a guardare il passato o limitarci alle critiche. Tutti possiamo dare una mano.
Non ci potrà essere spazio solo per quanti credono di dovere fare passerella né tanto meno alla politica con la p minuscola, quella cioè che guarda alle piccole cose e non si sofferma sui grandi progetti. Gli stati generali per noi hanno il solo obiettivo di contribuire a fare rimettere in moto lo sviluppo e la crescita ordinata di una città che intanto oggi ha ripreso a parlare di sé con quegli stessi protagonisti che ogni giorno lavorano per migliorarla. L’impegno che noi assumiamo è che da questi Stati Generali giungano fatti concreti”.
Prossimo appuntamento pubblico sabato prossimo per un approfondimento dedicati ai temi del traffico e della mobilità, mentre tra due settimane altro confronto saraà invece dedicato ai temi dello sviluppo sociale della città di Catania.
Ufficio Stampa