Sabato 22 Maggio Inaugurazione ore 18.00. Ingresso libero.
Presentazione critica del maestro Alberto Abate.
Letture Ovidiane di Fulvio D'Angelo.
Palazzo Platamone – Via Vittorio Emanuele 121, Catania
La mostra resterà aperta dal 23 Maggio al 20 Giugno:
Tutte le mattine (compresa la domenica) dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Tutti i pomeriggi (esclusa la domenica) dalle ore 15.30 alle ore 19.30
“Il tema principale in mostra, LE METAMORFOSI, è una rilettura in senso poetico-critico dei racconti ovidiani, come riuso e trasformazione; metamorfosi, appunto.
Con le sue METAMORFOSI, Ovidio sembra adombrare il carattere fluido e precario dell’IDENTITA’, la sua natura ambigua e ingannevole e l’incertezza del confine tra realtà e apparenza.
Ma anche la fissità del carattere dei personaggi, che proprio a causa di ciò non possono sfuggire alle conseguenze che ne derivano. METAMORFOSI quindi come costante fluire da uno stato all’altro.
Come incessante movimento circolare, “carmen perpetum”, come è circolare l’opera stessa. Gli episodi formano immagini legate tra loro come fotogrammi di una unica storia; Alfeo e Aretusa, Orfeo, Proserpina, Europa, Deucalone e Pirra, Medusa, Diana e Atteone, Cadmo e Armonia……….
ALTRE STORIE
In un altro tema, il TROPHEUM TRAIANI, interpreto un reale ritrovamento archeologico di frammenti monumentali che sono immaginati, ri-montati e “riusati”, in un’ipotesi pittorica che trasforma e ricicla materia e concetti.
L’OPERA DEI PUPI in Sicilia è stata teatro popolare, di confronto e scontro tra principi morali, invenzione e storia. Con le mie pitture, compio una operazione analoga alle infinite “serate” che storia dopo storia, si snodavano nei teatrini dell’Opera dei Pupi.
Utilizzando frammenti di memorie personali e altrui in cui opera, cartello, cunto e sponda di carretto, formano un giacimento aperto, espandibile e cangiante, i miei “quadri” cambiano posizioni e relazioni tra essi e si continuano ad accrescere, come in puntate successive.
IN COMPAGNIA DELLA BELLEZZA, tra il candore dei marmi che la luce morde e accarezza, disvela e dissolve.
Ne scelgo le parti, le osservo estratte dal loro contesto, ne fermo la forma e la loro bellezza.
Scultura picta dove al disegno si affianca il segno dello scultore, Giacomo, mio figlio.”
D. Tringali
COMUNE DI CATANIA
Assessorato alla Cultura
Biblioteca Centro Culturale “R. Livatino”