Autore: Ugo Igino Tarchetti

Romanzo pubblicato in 36 puntate, come appendice alla rivista politico- letteraria “Il Pungolo” dal febbraio all’aprile del 1869. Spiccatamente autobiografico, espressione della Scapigliatura milanese, profondamente ottocentesco e foscoliano; l’ispirazione al personaggio di Jacopo Ortis e l’ammirazione per Foscolo, inducono Tarchetti ad attribuirsene il nome.
Le due passioni travolgono il giovane ufficiale Giorgio; l’una per Clara, conosciuta a Milano, casualmente, in occasione di una visita ad un amico e l’altra per Fosca, conosciuta a Parma, presso la casa del colonnello, capo del servizio presso cui era stato destinato.
I sentimenti del protagonista si rivolgono stranamente e sorprendentemente in eguale misura ed intensità nei riguardi delle due donne ; l’attrazione per la bellezza e la leggerezza di Clara il cui nome esprime lo splendore e la luce di un amore illecito ed inconfessabile perché sposata e con un figlio; altrettanto profonda, incancellabile ed ossessiva l’attrazione per i sentimenti e la nobiltà d’animo di Fosca nonostante la sua bruttezza, dovuta ad un’eccessiva magrezza.
L’amore per la vita, per la natura ed i suoi colori, la speranza di un avvenire sereno che allietano le giornate vissute con Clara dal mite e sensibile Giorgio, contrasta con l’oscurità,la consapevolezza della fugacità dell’esistenza, e il dramma di dover soccombere per pietà alle insistenze di Fosca, diagnosticata isterica,ma malata di amore che, stanca di un’esistenza di problemi e fallimenti, lotta contro le convenzioni sociali ed i formalismi familiari, per raggiungere il suo unico e grande amore.
Il dilemma tra vita e non vita viene sciolto dal medico che rompe le righe e mette il giovane Giorgio di fronte ad una scelta, quella della vita, ma le vicende saranno altre….
Il finale del romanzo, in conseguenza della prematura morte dell’autore, viene infine composto dal suo amico, critico e scrittore, Salvatore Farina con l’intento di interpretare al meglio il pensiero di Tarchetti.