Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Bellissimo e fantastico racconto scritto tra il 1956 ed il ‘ 57 pubblicato postumo nel 1961 dalla casa editrice Feltrinelli insieme ad altri racconti.
La vicenda ambientata a Torino nel 1938, ha come protagonista Paolo Corbera giovane giornalista a servizio della redazione della “Stampa”, noto quotidiano della città,il quale dopo una disavventura con due ragazze squillo, si reca al bar del Po,dove fa la conoscenza col senatore Rosario La Ciura, ellenista di fama internazionale.
L’amicizia che nasce tra i due personaggi ambedue siciliani , si consolida per il reciproco interesse per le bellezze,i colori ed i sapori della terra di Sicilia, rievocati nostalgicamente dal senatore.
Dopo diversi incontri, in occasione di un invito a cena a casa del giornalista, il senatore Rosario La Ciura, schivo per natura di amicizie ritenute inutili e critico verso il genere umano, entrato in sintonia e in confidenza col giovane giornalista, racconta la sua avventura nel mare di Augusta, dove ventenne si ritirò a studiare il greco antico per la preparazione ad un concorso a cattedra.
Il racconto bellissimo, magico e visionario narra di Lighea, figlia di Calliope,apparsa dal mare, dolce e bestiale creatura metà donna e metà pesce, che affascina il bel giovane Rosario e lo conquista per tutta la vita. Il racconto si conclude con la partenza del senatore e con il ricordo impresso nella memoria di Paolo...
Il mito della sirena, collocato da Tomasi di Lampedusa nel mare dove la terra si fa stretta ( stretto di Messina) che per tradizione classica da Omero in poi è il luogo dell’altrove pieno di leggende e misteri, è il mito dell’uomo, la guida dei naviganti, l’ancora di salvezza a fronte dei pericoli, la creatura marina che inebria e trascina l’uomo in porti ed approdi fantastici e meravigliosi.
” Prendimi sono Lighea. Sono figlia di Calliope. Non credere alle favole inventate su di noi.
Non uccidiamo nessuno, amiamo soltanto"