Le Notti Bianche

Autore: Fedor Dostoevskij -Racconto romantico e sentimentale, pubblicato nel 1848,riportato sulle scene cinematografiche da Luchino Visconti nel 1957.

Pubblicato il:

25 febbraio 2021

Ultima revisione:

25 febbraio 2021

Autore : Fëdor Dostoevskij

 

Racconto romantico e sentimentale, pubblicato nel 1848,riportato sulle scene cinematografiche da Luchino Visconti nel 1957.

Nell' incipit del racconto "Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che esistono soltanto quando si è giovani. Mio caro lettore", Dostoevskji esprime tutta  la sua intima nostalgia di un periodo spensierato della propria vita ed in particolare  di  un evento che si svolge nell'arco di 4 notti avvolte  dal biancore della luce che illumina la città di Pietroburgo, dove dalla primavera in poi, il sole tramonta a tarda sera.

Pietroburgo ed i suoi abitanti si rivela la vera protagonista del racconto, la spinta per Mario,  ad uscire dalla  triste e polverosa dimora e dalla profonda solitudine, per  girovagare lungo  la città, a scrutare  volti familiari, vite ed abitudini ormai note,come se il giovane fosse a conoscenza di  tutto e di tutti ed avere in pugno il mondo intero.

La vena giovanile di Dostoevskji che si manifesta in questo suo esordio di esaltazione della natura e del fascino di una notte limpida e stellata, suscita nel lettore la sensazione di essere trasportato  in un mondo di sogni e di magia. L'io narrante,trasposto in Mario, è proprio un sognatore che, nell'incontro con la mite e semplice Nastenka, rivela i suoi tratti di uomo romantico, che, riluttante alle  galanterie tipiche del suo tempo, punta soprattutto alla gentilezza  ed al  rispetto nei riguardi della ragazza di umili origini.

L'incontro si ripete in un'atmosfera quasi impalpabile dove i dialoghi si susseguono, in una pièce teatrale. All'inizio Mario monopolizza la conversazione con  un'esaltazione di sensazioni espresse in un linguaggio altamente forbito e retorico che lasciano sgomenta la semplice e ignara Nastenka che, incredula, si limita a rivelare  la propria triste e travagliata esistenza al suo casuale interlocutore.

Successivamente il dialogo diventa  più intimo e reale,fino alla fine quando si concretizza in una dichiarazione d'amore ed in una promessa di una vita insieme. Ma i sogni di Mario inevitabilmente, si infrangono..

 

L' epilogo del racconto, espressione dell'angoscia e del dolore dello scrittore che, al tempo della stesura si trovava già nella  condizione di inquisito e poi di condannato  ai lavori forzati, è un'esortazione a prendere coscienza della brevità dell'età giovanile i cui  istanti di estrema felicità addolciti dalla poesia di un ambiente magico, evocativo di un'età spensierata,  sono colmi di beatitudine  e di gratitudine alla vita anche per la bontà e per il cuore puro  delle persone .Si tratta di una fase della vita, in cui il giovane  Dostoevskji è particolarmente, fiducioso nella bontà e genuinità umana, fonte di speranza e ottimismo.
 
"Mio Dio! Un intero minuto di beatitudine ! E'forse poco, sia pure in un'intera vita umana?"   
 

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