Autore: Gianrico Carofiglio
I protagonisti sono, Antonio, al quale è stata diagnosticata l’epilessia idiopatica, e suo padre, noto docente universitario e matematico.La gravità della malattia costringe il docente di recarsi a Marsiglia, e sottoporre il figlio Antonio alle cure di uno dei maggiori esperti a livello internazionale. La visita ha esito positivo e il ragazzo segue una terapia migliorativa.
Tre anni dopo, Antonio ormai diciottenne e il padre ritornano a Marsiglia per il consulto decisivo: il luminare convinto che il ragazzo è guarito, lo sottopone ad una “prova di scatenamento”, che consiste nel dover restare svegli per quarantotto ore consecutive senza che Antonio possa prendere le medicine. La situazione del tutto eccezionale, conduce padre e figlio ad un dialogo mai avuto, dove ciascuno scopre le proprie fragilità e la propria personalità.
Bellissimo romanzo sul rapporto padre e figlio,il cui titolo trae origine da una frase di Frances Scott Fitzgerald: “Nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino”. Lo stile di Gianrico Carofiglio, si rende ancor più attraente con le citazioni di frasi ed aforismi,che fanno da cornice agli eventi narrativi, quali : ”Se la gente crede che la matematica non sia semplice, è soltanto perchè non si rende conto di quanto sia complicata la vita”.
Una storia emozionante e coinvolgente che ci porta a riflettere sull’importanza della presenza paterna e come questa sia indispensabile anche in alcune esperienze di vita al di fuori degli schemi e dei canoni precostituiti propri del nucleo familiare.